Tra gli effetti collaterali legati al boom di videoconferenze degli ultimi mesi ce n’è uno che pochi avevano messo in conto: l’aumento esponenziale di video e audio memorizzati sul computer. Sono molti, infatti, gli utenti che cedono alla tentazione di registrare le riunioni per tenere traccia di ciò che è stato detto. Una funzione che viene offerta anche dagli strumenti più basilari e che risponde più che altro a un meccanismo psicologico piuttosto che a una reale esigenza e che, a ben vedere, rischia di fare più danni che altro. L’idea di avere a disposizione la registrazione, infatti, induce a prendere meno appunti o addirittura a distrarsi, facendo conto sul fatto di poter recuperare le informazioni in seguito. Cosa che, in realtà, non è poi così facile.
Consultare un intero video o audio di una riunione per rintracciare l’informazione che si cerca è infatti terribilmente scomodo. L’alternativa? Esiste, e chi è abituato a usare sistemi UCC avanzati ci ha già fatto l’abitudine. I sistemi di intelligenza artificiale integrati nei dispositivi più avanzati consentono infatti di trascrivere automaticamente quanto viene detto e ottenere un file di testo facilmente consultabile e, dettaglio non secondario, decisamente meno “pesante” per lo storage.