Una crescita negli investimenti ICT che segue il periodo di contrazione legato alla pandemia. Il bilancio che emerge dal rapporto di Anitec-Assinform sul primo semestre 2021 è decisamente positivo. Nel dettaglio, gli autori della ricerca quantificano la spesa in 36.069 milioni di euro, con un aumento del 5,7% rispetto al primo semestre del 2020. A segnare il passo sono soltanto i servizi di rete (-4,1%), mentre ambiti come i contenuti e la pubblicità su digitale (+9,2%) non sorprendono più di tanto.
Le vere buone notizie riguardano settori più “strutturali”, come quello relativo ai dispositivi e sistemi (9.836 milioni di euro, +11,9%), software e soluzioni ICT (3.653 milioni di euro, +8,2%) e servizi ICT (6.431 milioni di euro, +8%). Tutti ambiti per cui è prevista un’ulteriore crescita anche nella seconda parte dell’anno. La previsione è di un totale di 75.410 milioni di euro nel 2021. I settori principali che daranno impulso al mercato per il triennio 2022-2024, invece, sono identificati nel cloud computing, nella cybersecurity, gli IoT, lo sfruttamento dei Big Data e l’intelligenza artificiale.
Un quadro che chiarisce come il mondo produttivo stia trainando il settore molto più di quanto accada nel mercato consumer. Il processo di digitalizzazione procede quindi a tappe forzate e le aziende stanno investendo su quelli che, ormai, vengono considerati i più importanti fattori abilitanti per il business, in cui la scelta di tecnologie realmente innovative diventa indispensabile per aumentare la competitività delle imprese. Un processo che supera di gran lunga quell’interpretazione, fondata ma spesso sopravvalutata, per cui il ricorso agli strumenti digitali sarebbe stato giustificato solo dall’emergenza pandemica. Un esempio è quello del massiccio ricorso a strumenti di comunicazione e collaborazione online. Chi ha pensato che si trattasse solo di una parentesi, si è sbagliato di grosso e si trova ora di fronte a una realtà in cui l’uso di piattaforme Unified Communication and Collaboration (UCC) rappresentano uno strumento fondamentale. La stessa logica riguarda l’uso di cloud, big data, intelligenza artificiale e la crescente attenzione per la cyber security. È, in definitiva, quello che molti chiamano “effetto palla di neve” e che in questo 2021 si è innescato con un impulso decisamente importante.