Non si può avviare un percorso di trasformazione digitale di un Ente senza supportare il personale in servizio con un percorso di adeguamento formativo, culturale e professionale. E in questo ambito non è solo necessario disporre di personale altamente qualificato, ma anche di nuovi profili professionali capaci di supportare le amministrazioni nel difficile sforzo innovatore che deve essere caratterizzato da efficienza, efficacia ed economicità nelle scelte. La ridefinizione delle aree di produzione delle prestazioni della PA, anche in termini di erogazione del servizio pubblico, richiede agli attori presenti nel Pubblico Impiego di saper affrontare le sfide della competizione economica e culturale nella quale sono oramai totalmente inseriti. Per affrontare tutto questo, la formazione delle risorse umane gioca un ruolo fondamentale, che va di pari passo con la disponibilità di adeguate risorse economiche e finanziarie. Entro febbraio dello scorso anno tutte le pubbliche amministrazioni avrebbero dovuto avviare progetti di fruibilità di servizi anche in modalità digitale, e per fare ciò andavano individuati i servizi interessati definendo soluzioni organizzative, funzionali e tecnologiche da adottare per l’erogazione online, individuando tempi e modi di transizione effettiva al digitale. Purtroppo molti progetti sono invece ancora in alto mare, non ostante la “rivoluzione digitale” sia alla base della distribuzione dei fondi derivanti dal Recovery Plan. Ci si auspica, nel breve, una forte accelerazione soprattutto di percorsi formativi, oltre che organizzativi, che mettano in grado tutti gli attori della P.A. a qualsiasi livello (nazionali, locali, territoriali ecc.), di essere finalmente competitivi.