Con l’accordo siglato al Ministero del Lavoro si segna un altro passo verso l’introduzione di forme di lavoro “agili” e, in particolare, si determinano quelle linee guida che consentiranno a imprenditori e lavoratori di poter fare affidamento su un quadro normativo chiaro. Da quanto emerge, l’accordo prevede alcuni punti cardine ma lascia ampia libertà di negoziazione sia a livello di categorie, sia a livello di singola azienda. In particolare, il tutto si concentra su un accordo individuale in cui devono essere definiti i dettagli delle modalità di lavoro ed è qui, in definitiva, che le aziende dovranno mettere il maggiore impegno a livello di pianificazione. Nell’accordo, infatti, ci sono aspetti come il tipo di attività consentite a seconda del luogo in cui si trova il lavoratore, le modalità con cui deve essere svolta l’attività, le misure tecniche e organizzative necessarie ad assicurare il diritto alla disconnessione. Si tratta di una serie di dettagli (fondamentali) che hanno un legame strettissimo con gli strumenti e le tecnologie che vengono (o verranno) implementate.
Si apre, di conseguenza, una fase in cui le imprese dovranno mettere i campo un programma dettagliato, che dipende in buona parte dalle piattaforme e tecnologie implementate per la collaborazione e comunicazione di lavoratori e collaboratori con l’azienda. In altre parole, si tratta di un compito che prevede un doppio approccio: da una parte la progettazione di un modello di lavoro adeguato alle esigenze delle persone e dell’azienda, dall’altra le scelte tecnologiche che rappresentano il fattore abilitante per la sua declinazione pratica.